Riceviamo nel nostro indirizzo di posta elettronico una mail
da parte di una mamma, che ci descrive un sogno fatto dalla sua bambina di tre
anni e mezzo e ci chiede di interpretarlo. Ecco il sogno. “Mi trovavo in un giardino come quello della nonna materna, io ero
dietro il cancello e dietro di questo c’erano tanti api che giravano. Io, anche
se so che le api pungono, volevo andarci a vederle da vicino, ma ecco che vedo
una signora che non conosco che mi dice di stare lì ferma e buona. A questo
punto mi sono svegliata. Ma perché non potevo andare a vedere le api e perché devo
stare ferma e buona, visto che lo sono già?”
Il sogno è importante perché apre la strada nel bambino alla
fase dei tanti “perché”, perché non posso
vedere da vicino le api, perché devo fare la brava e la buona, se già lo sono? Nella
bambina è chiara l’esigenza che lei avverte di crescere, lo si vede anche bene
dalle curiosità che si fanno strada in lei che vorrebbero portarla oltre quel cancello
che rappresenta il limite oltre il quale ella si sporge e, proprio cercando di
crescere, in questa fase, vuole avvicinarsi alle cose della vita. Importante è
anche sottolineare la risposta che la piccola da alle motivazioni degli adulti,
fai la brava, risposta, ma lo sono già. Tale passaggio è
importante perché la bambina non sempre interpreta nel giusto modo le risposte
degli adulti proprio quando le sommerge dei tanti perché.
Ma perché è tanto importante questa fase? Il motivo sta nell’apprendimento
dei momenti della crescita dei bambini che passa nella primisssima infanzia
dalla naturale curiosità attraverso i comuni sensi, olfatto, odorato, tatto,
udito, vista a quella più elaborata derivante dalla richiesta di sapere il perché
delle cose, fatto questo che avviene intorno ai tre fino ai cinque anni di
vita. In questa fase della vita del bambino i tanti perché rischiano di
diventare per gli adulti eccessivi e spesso persino ossessivi e non di rado i
genitori reprimono tale curiosità con risposte secche immancabilmente mortificando
la curiosità del piccolo.
Oggi gli psicologi consigliano davanti ai tanti perché dei
bambini un atteggiamento più disciplinato, al punto che se, ad esempio, il
piccolo ci chiede la spiegazione di un evento quando proprio non possiamo
rispondergli, evitiamo di dare risposte frettolose e scontate, meglio far
capire al piccolo che la domanda è tanto interessante che merita una risposta
completa da riprendersi quando ci sarà il tempo per farlo, ad esempio, a
pranzo. Evitiamo, insomma, inutili conflitti fra adulti e bambini.
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